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RICOSTRUZIONE CUFFIA DEI ROTATORI- percorso riabilitativo

RICOSTRUZIONE DELLA CUFFIA DEI ROTATORI: DAL BISTURI ALLA RIABILITAZIONE, TUTTO SULLA SPALLA E SUL RECUPERO FUNZIONALE- da un articolo di Cronache Fermane

La spalla è una delle articolazioni più mobili e complesse del corpo umano. Formata principalmente dall’articolazione gleno-omerale (tra scapola e omero), è sostenuta e stabilizzata da un gruppo di muscoli e tendini noto come cuffia dei rotatori. Questa struttura comprende quattro muscoli principali: sovraspinato, infraspinato, piccolo rotondo e sottoscapolare. La loro funzione è duplice: permettere il movimento della spalla in quasi tutte le direzioni e garantire la stabilità dell’articolazione.

Tuttavia, proprio a causa della sua ampia mobilità e delle sollecitazioni continue (soprattutto in soggetti sportivi o in lavoratori manuali), la spalla è particolarmente esposta a lesioni, tra cui le più frequenti sono le lesioni della cuffia dei rotatori.

 

Lesione della cuffia dei rotatori: quando è necessario l’intervento chirurgico

Le lesioni della cuffia dei rotatori possono essere parziali o complete e spesso si manifestano con dolore, debolezza e difficoltà nei movimenti quotidiani come sollevare il braccio, pettinarsi o afferrare oggetti. Quando il trattamento conservativo (farmaci, fisioterapia, infiltrazioni) non porta miglioramenti, si rende necessario l’intervento chirurgico di ricostruzione della cuffia dei rotatori.

L’intervento può essere eseguito in artroscopia, una tecnica mini-invasiva che permette di riparare i tendini lesionati riducendo i tempi di degenza e minimizzando le cicatrici. Tuttavia, il vero successo dell’intervento dipende in larga misura dalla riabilitazione post-operatoria.

 

La fase post-operatoria: il tutore e il riposo attivo

Subito dopo l’intervento, il braccio operato viene immobilizzato con un tutore in abduzione, un supporto che mantiene la spalla in una posizione di protezione e favorisce la guarigione dei tendini riparati. Questa fase dura solitamente dalle 3 alle 6 settimane, a seconda della gravità della lesione e del tipo di ricostruzione eseguita.

Durante questo periodo non si tratta solo di “stare fermi”: è fondamentale avviare fin da subito una riabilitazione passiva sotto la guida di un fisioterapista, per prevenire rigidità articolare e mantenere l’integrità delle altre strutture (gomito, polso, dita).
 

Prima fase della riabilitazione: movimento passivo e controllo del dolore

Nelle prime 4-6 settimane, l’obiettivo della riabilitazione è duplice: controllare il dolore e l’infiammazione e ripristinare gradualmente il movimento passivo della spalla. I pazienti lavorano con il fisioterapista per eseguire movimenti delicati senza contrarre attivamente i muscoli della cuffia, evitando così di stressare la riparazione chirurgica.

In questa fase può essere utile l’uso di ghiaccio, elettroterapia antalgica e mobilizzazioni assistite. La partecipazione attiva del paziente, anche solo con esercizi respiratori e di rilassamento, è cruciale.

 

L’idrokinesiterapia: un’alleata preziosa nella riabilitazione
 

Tra le tecniche riabilitative più efficaci in questa fase, spicca l’idrokinesiterapia, ovvero la riabilitazione in acqua. L’ambiente acquatico, grazie alla ridotta gravità, permette di eseguire movimenti che a secco sarebbero dolorosi o impossibili. L’acqua calda favorisce il rilassamento muscolare, migliora la circolazione e accelera la riduzione del dolore e dell’edema.

Gli esercizi in acqua, inizialmente passivi e poi attivi assistiti, consentono un recupero più sicuro e precoce della mobilità articolare, migliorando anche la percezione del movimento (propriocezione).
 

Fase di recupero funzionale: verso le attività quotidiane

Dalla sesta settimana in poi (a seconda del caso clinico), si passa al recupero del movimento attivo e alla rieducazione funzionale. Il paziente inizia a utilizzare attivamente la spalla, sotto supervisione, rinforzando gradualmente la muscolatura della cuffia dei rotatori e dei muscoli scapolari.

L’obiettivo in questa fase è tornare a compiere i gesti quotidiani: vestirsi, guidare, cucinare, lavorare al computer. Gli esercizi di rinforzo isometrico e poi isotonicico, la rieducazione propriocettiva e le mobilizzazioni attive guidano il paziente in un percorso progressivo e sicuro.
 

Il ritorno allo sport e alle attività ad alta richiesta

Il ritorno alle attività sportive è l’ultima fase, e può avvenire tra i 4 e i 6 mesi dopo l’intervento, in base alla tipologia di sport e alle condizioni individuali. Sport come il nuoto, il tennis, il golf o la palestra richiedono un’adeguata preparazione per evitare recidive.

La riabilitazione in questa fase diventa sport-specifica, con esercizi mirati a ricreare i gesti tecnici in modo controllato, migliorando forza, coordinazione e stabilità.

 

Conclusione: il ruolo attivo del paziente nel successo terapeutico

Il recupero dopo un intervento alla cuffia dei rotatori è un percorso lungo, che richiede impegno, costanza e pazienza. Il ruolo del paziente è centrale: seguire con precisione le indicazioni del chirurgo e del fisioterapista, partecipare attivamente alle sedute, rispettare i tempi biologici di guarigione.

Una riabilitazione ben pianificata e personalizzata, arricchita da strumenti come l’idrokinesiterapia, è la chiave per tornare a vivere senza dolore e con una spalla finalmente funzionale.

 

Se stai affrontando un intervento alla cuffia dei rotatori o hai già subito un itnervento di ricostruzione, chiama il centro fisioterapico Rialab e rivolgiti ai nostri fisioterapisti specializzati.