Socializziamo!

News

INSTABILITA' DI SPALLA E I LUSSATORI VOLONTARI

COS'E' L'INSTABILITA' DI SPALLA?

L' instabilità è una patologia molto diffusa, colpisce soprattutto giovani sportivi e si ha quando la spalla si muove oltre i normali gradi di movimento e tende a spostarsi dalla sua posizione naturale col rischio di andare incontro a sublussazione o nei casi più gravi lussazione completa.

Possiamo distinguere due categorie di instabilità:

• traumatiche, a seguito di trauma diretto o indiretto, che possono causare la lesione di strutture che limitano la mobilità della testa dell'omero.

• Non traumatiche, legate a fattori congeniti come la lassità capsulo-legamentosa o acquisiti come il ripetersi di movimenti lavoro o sport-dipendenti.

 

QUALI SONO I SINTOMI?

Abbiamo un grande quantitativo di sintomi che possono essere indicativi di un'instabilità di spalla:

• dolore a riposo

• dolore durante specifici movimenti

• sensazione di braccio pesante, ovattato o “morto”

• formicolii all'arto

• debolezza generica

• episodi di lussazione, sublussazione o movimenti anomali ricorrenti

• difficoltà a svolgere alcuni tipi di movimentO.

 

 TRATTAMENTO

Nel trattamento delle instabilità traumatiche e non il primo approccio è conservativo, anche dopo primo evento lussatorio. Il percorso riabilitativo consiste in un protocollo di stabilizzazione della testa omerale attraverso il rinforzo muscolare della cuffia dei rotatori, recupero del controllo motorio ed esercizi di propriocezione. In caso di lussazione recidivante con più di un episodio, lo specialista ortopedico potrà optare per un approccio di tipo chirurgico. Casi a parte sono i lussatori volontari, in cui l'approccio sarà sempre conservativo.

 

CHI SONO I LUSSATORI VOLONTARI?

Con lussatori volontari intendiamo quella categoria di persone dotate di una iperlassità costituzionale, scarso tono muscolare e ottimo controllo dei movimenti gleno-omerali e scapolo toracici. Questo li rende in grado di traslare l'articolazione in modo attivo o passivo volontariamente. La maggior parte di questi pazienti è in grado di dislocare l'articolazione postero-inferiormente, in minor percentuale inferiormente o anteriormente.

La capacità di dislocare posteriormente la testa omerale è data da più fattori:

• una capsula posteriore più esile, sottile e debole rispetto all'anteriore. • Il muscolo deltoide con i suoi fasci posteriori e il sottospinato sono meno rappresentati rispetto alla controparte anteriore determinando una minore stabilità posteriore

• una retroversione della superficie glenoidea.

Possiamo trovare alcuni aspetti clinici e caratteristiche che li accomunano:

• alcuni soggetti sono in grado di lussare soltanto creando una catena cinetica chiusa, altri deprimendo la spalla, iperangolando la scapola ed eseguendo una anteposizione di spalla ed intraruotazione del braccio, altri ancora in qualunque posizione.

• I lussatori volontari manifestano questa abilità a proprio piacimento e su richiesta, eseguendo sempre lo stesso movimento.

• Nell'elevazione anteriore si può notare una depressione dei fasci anteriori dell'omero associata ad una prominenza posteriore.

• “click” articolare nei movimenti discendenti del braccio, che indica il ritorno dell'omero nella sua posizione fisiologica.

• Circonduzione o spostamento del gomito dal fianco per riposizionare l'omero.

Questi gesti vengono ripetuti continuamente durante il giorno perchè crea sollievo e benessere. questo susseguirsi di gesti anomali comporta un insistente sfregamento delle superfici articolari e allungamento della capsula posteriore, che portano di conseguenza a lassità e usura delle superfici articolari, trasformando l'instabilità da volontaria a posizionale.

 

COME SI EFFETTUA LA DIAGNOSI?

La diagnosi è principalmente clinica. Si parte innanzi tutto dall'anamnesi: il paziente difficilmente prova dolore nel movimento lussatorio volontario ma avrà fastidio al trapezio e nella parte posteriore della spalla. Inoltre solitamente riferisce dolore e perdita di forza in movimenti in cui il braccio è in rotazione interna e in appoggio su una superficie. Durante l'osservazione si andrà a valutare la presenza di gesti ripetuti volontari anomali a cui seguirà la somministrazione dei test specifici per l'instabilità. Ai test si aggiunge una valutazione personale circa la volontarietà del paziente al gesto lussante. Indagini strumentali possono essere utili per chiarire il quadro diagnostico: la TAC può valutare lesioni della superficie articolare della glenoide, la RMN può essere utile per valutare una lesione di Kim o di Bankart e la RMN dinamica ci da la possibilità di valutare ancora meglio la volontarietà del paziente nei gesti lussanti

 

PROTOCOLLO RIALAB NEI PAZIENTI LUSSATORI VOLONTARI

Dopo un'attenta valutazione fisioterapica, associata ad esami strumentali e somministrazione di scale valutative, nel Nostro centro Rialab, proponiamo un percorso riabilitativo strutturato in 3 fasi:

1. nella prima fase proponiamo un ciclo di terapia manuale e fisica volto alla riduzione della sintomatologia dolorosa: con tecniche specifiche andremo a lavorare sul miglioramento del controllo scapolare e sulla riduzione della discinesia scapolare, cercheremo di eliminare le strategie di compenso assunte durante il movimento e insegneremo al paziente cosa dovrà evitare.

2. la seconda fase si concentra interamente sull'esercizio terapeutico: lo scopo sarà il miglioramento del trofismo muscolare, il riequilibrio tra agonisti e antagonisti e il miglioramento delle capacità propriocettive.

3. nella terza fase proponiamo il percorso Medical Fitness: il paziente, seguito accuratamente dai nostri operatori, potrà lavorare non solo sul mantenimento dei risultati raggiunti con la fisioterapia, ma avrà modo di migliorare la condizione fisica generale ed il proprio stato di salute.