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L'ERNIA DEL DISCO

L’ ERNIA DEL DISCO

 

Per ernia del disco si intende la fuoriuscita del materiale gelatinoso contenuto all’interno del anello fibroso per rottura delle fibre dello stesso anello esterno. Solitamente il materiale fuoriuscito migra fino a raggiungere, e quindi irritare, la radice nervosa o il midollo spinale stesso. I sintomi associati sono dolore nella sede della rottura, sensazione di formicolii lungo il decorso della fibra nervosa, e nei casi più gravi perdita di sensibilità e di forza muscolare.

La diagnosi viene effettuata dal neurochirurgo che può richiedere degli esami clinici aggiuntivi per la valutazione dello stato di degenerazione e gravità dell’ernia. Di solito si effettuano RM, che da informazioni sulla gravità dell’ernia e la radice nervosa interessata, e l’ EMG per lo studio della conduzione nervosa dei nervi compressi dall'ernia.

Il trattamento solitamente è di tipo conservativo, ma se il pz manifesta perdita di sensibilità e di forza si ricorre all'intervento chirurgico per evitare la compromissione permanente del nervo. In caso di trattamento conservativo si opta per fisioterapia specifica, associata a volte a stimolazione elettrica neuromuscolare. Se questo non dovesse dare risultati la scelta è l'intervento chirurgico.

Presso il centro Rialab la patologia dell’ernia discale viene trattata in tre fasi distinte: nella prima fase si effettuata la valutazione fisioterapica. Dopo un’anamnesi approfondita e la visione degli esami e del referto neurochirurgico si eseguono i test specifici: Delos, Postural Bench e somministrazione di scale di valutazione della disabilità e del dolore. Prima di valutare la struttura osteo-articolare si effettua la valutazione della funzione: in caso di ernie cervicali si valutano i movimenti attivi di collo e arti superiori e la manualità selettiva delle dita; in caso di ernie lombari valutiamo i circuiti riflessi dei piedi, fase del passo e la mobilità dell’arto inferiore. In seguito si eseguono test per la valutazione del rachide nella globalità (mobilità in flessione anteriore) e per zone (mobilità specifica di ogni vertebra). È bene ricordare che ogni pz ha una propria storia e che la valutazione potrebbe subire variazioni.

La seconda fase è il trattamento: in caso di pz con ernia in fase acuta la seduta avrà l'obiettivo di ridurre la fase infiammatoria e dolorosa. Si eseguiranno esercizi di scarico vertebrale, esercizi respiratori e terapia manuale mirata a ridurre le tensioni muscolari e neuro vascolari.

Se il pz ha una situazione post-acuta il trattamento è così organizzato: postura inibitoria a livello del nervo, per ridurre l’edema al nervo; mobilizzazione del nervo e liberazione vascolare. Si eseguono tecniche di RPG per riequilibrare il tratto del rachide interessato dall’ernia insistendo sulla ricerca di una globalità specifica. In seguito si eseguono esercizi di stabilizzazione vertebrale.

La terza fase è il recupero della funzione persa: recupero della manualità (ernia cervicale), recupero della fase del passo, del rom articolare dell’articolazione tibio-tarsica (ernia lombare).

In questa ultima fase si inizia il percorso di mantenimento con esercizi mirati al recupero della forza muscolare, miglioramento del controllo lombo-sacrale o del rachide cervicale. Verranno effettuati test strumentali e somministrazione dei test di autovalutazione a cadenza mensile.

Il pz viene seguito in ogni fase dal fisioterapista di riferimento che darà indicazioni sugli esercizi da eseguire a casa e sull’evoluzione della patologia.

In generale il paziente viene preso in carico da un’equipe multidisciplinare in modo tale che il piano riabilitativo sia effettuato nella sua globalità.