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IL COLPO DELLA STREGA

Il “colpo della strega” è la definizione più comune per indicare il low back pain (LBP, o lombalgia) di tipo muscoloscheletrico aspecifico acuto. Leggenda narra che la sua etimologia risalga addirittura all’epoca medievale, dove sembra che le streghe che praticavano la magia nera fossero in grado di immobilizzare gli uomini che si inchinavano mentre facevano il gesto del baciamano.

Il mal di schiena è uno dei disturbi muscoloscheletrici più frequenti nella popolazione adulta, colpisce circa l’80% delle persone almeno una volta nella propria vita, ed il colpo della strega rientra tra le problematiche di mal di schiena acuto.

Uno dei fattori di rischio più rilevanti è l’aver già sofferto di mal di schiena in passato, ed ad averlo trattato principalmente con terapie passive.

Chi viene colpito dal colpo della strega spesso riferisce spesso una sensazione di “blocco” localizzato nella parte inferiore della colonna, con un forte dolore quasi sempre maggiore da un lato che può irradiarsi verso gli arti inferiori senza scendere oltre il ginocchio, e difficoltà di movimento. Un paziente con tale problematica in acuto tende ad assumere una postura in flessione e leggera inclinazione e rotazione del tronco.

Molte volte non sono necessari traumi affinché si verifichi questa condizione, anzi, di solito si sviluppa nel corso di attività normali come raccogliere un oggetto caduto a terra, allacciarsi le scarpe, o portare le buste della spesa a casa.

 

La diagnosi funzionale di LBP di tipo muscoloscheletrico aspecifico acuto viene effettuata una volta escluse le Red Flags, ovvero tutti quei segni e sintomi che durante la valutazione, nell’insieme, definiscono un campanello di allarme che dovrebbe insospettire il fisioterapista su un potenziale pericolo di patologie di competenza medica (per es. frattura, infezione, tumore..).

Dopo aver condotto l’anamnesi, il fisioterapista completa la valutazione funzionale tramite l’esame clinico effettuando i propri test, funzionali, attivi e passivi, con lo scopo di quantificare le limitazioni del paziente ed il grado del suo dolore. In quest’ottica, assume un ruolo chiave nella valutazione l’esecuzione di test provocativi e test di controllo motorio, al fine di individuare il movimento doloroso per il paziente e capire se e come controlla la propria schiena durante le attività della vita quotidiana.

 

L’esercizio terapeutico riveste un ruolo chiave nel trattamento del mal di schiena.

Solitamente il piano di trattamento viene suddiviso in 3 fasi: acuta, subacuta e di stabilizzazione.

Nella prima fase, l’obiettivo è la riduzione del dolore, tramite tecniche di terapia manuale e esercizi controllati a basso carico che coinvolgono anche distretti adiacenti, come colonna toracica e arti inferiori.

Successivamente, nella seconda fase, viene sempre più stimolata la colonna lombare con movimenti funzionali simili a quelli utilizzati nelle attività di vita quotidiana, oltre a rinforzare i muscoli della parete addominale e gli arti inferiori.

Nell’ultima parte del trattamento, il paziente viene sottoposto ad esercizi mirati al ritorno all’attività lavorativa, ed eventualmente sportiva, seguito dai chinesiologi della nostra Medical Fitness.

 

Alessio Luccerini, Fisioterapista OMPT (specializzato in riabilitazione dei disordini muscoloscheletrici)