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IL BIOFEEDBACK

IL BIOFEEDBACK

 

Chi si occupa della riabilitazione del pavimento pelvico lo sa: ogni paziente è un caso a sé ma in tutti i pazienti ci sono convinzioni limitanti o criticità da tenere in considerazione e gestire per la buona riuscita del trattamento.

Tra le criticità che più frequentemente ci troviamo a gestire ci sono la scarsa conoscenza e, quindi, la mancanza di controllo dei muscoli del pavimento pelvico. E, proprio per gestire questa criticità, abbiamo a nostra disposizione il biofeedback.

Si tratta di un dispositivo medico che, attraverso sonde specifiche ed elettrodi di superficie, rileva l’attività contrattile dei muscoli del pavimento pelvico e la mostra al paziente tramite stimoli visivi, quindi su monitor, o tramite stimoli uditivi.

Il biofeedback, inoltre, permette la stimolazione dei muscoli del pavimento pelvico e di quelli che lavorano in sinergia con esso con stimoli elettrici a intensità modulabile che tenga conto della sensibilità del paziente.

I VANTAGGI

I vantaggi dell’utilizzo del biofeedback sono molteplici.

Nella fase iniziale del trattamento aiuta il paziente a prendere coscienza dell'attivazione dei muscoli del suo pavimento pelvico, poi lo affianca in tutto il percorso riabilitativo permettendogli di incrementare la sua capacità di controllo muscolare. Nelle fase più avanzate, inoltre, permette di migliorare la coordinazione tra pavimento pelvico, muscoli lombari e addominali.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è che permette al fisioterapista di raccogliere dei dati oggettivi sull’attività contrattile del pavimento pelvico, sia in fase valutativa che durante il percorso riabilitativo per monitorare i progressi del paziente.

L’utilizzo del biofeedback è indicato per tutte quelle disfunzioni del pavimento pelvico che si caratterizzano per la presenza di alterazioni del tono muscolare in assenza però di danni del sistema nervoso centrale. Ne sono esempio alcune forme di incontinenza, urinarie e fecali, e il prolasso degli organi pelvici.

 

IL PERCORSO TERAPEUTICO

il biofeedback è utilizzato soprattutto nelle fasi 1 e 2 del trattamento riabilitaztivo, mentre in fase 3 si utilizza maggiormente la componente di elettrostimolazione di superficie.

In fase 1 il biofeedback permette di valutare la disfunzione del paziente: grazie ai dati che il fisioterapista specializzato nella riabilitazione del pavimento pelvico archivia nel computer è possibile stabilire l’entità del problema e la causa principale alla base del disturbo per il quale il paziente è arrivato a consulto.

Quando il paziente riesce ad attivare correttamente i muscoli, quando il paziente non riferisce più dolore pelvico, oppure quando i segni iniziali sono migliorati (secondo le scale di valutazione che vengono resentate al paziente) c'è la fase 2 che ha lo scopo di riequilibrare le srutture osteo-articolari del pavimento pelvico.

In fase 3 il paziente, attraverso la somministrazione di esercizi specifici, ritorna alle attività della vita quotidiana, attività sportive e lavorative.

Questa fase viene svolta in Medical Fitness, con chinesiologi spelìcializzati.